Sezione Chiedi All’Esperto!
Ecco le prime domande e risposte sul volume Internet, l’amico pericoloso.
Visita la sezione “Chiedi all’Esperto” per fare una domanda!
DOMANDA 1:
Da: Re 7
Oggetto: il video
Domanda:
Da quando c´e´questo problema ?
Risposta:
Ciao Re 7, grazie per la tua domanda!
La storia dei video giochi è molto interessante. Fin dai tempi della seconda guerra mondiale vennero creati video giochi che simulavano attacchi missilistici e si giocava utilizzando schermi radar. Il gioco di per se era frutto di evoluzioni tecnologiche, vi era la volontà di creare divertimento, senza distruggere, infatti venivano quasi sempre utilizzati durante le fiere della tecnologia. Questo sviluppo tecnologico continuo che si espanse nel corso degli anni 80-90, e che seguiva lo sviluppo informatico in crescente espansione venne segnato da un evento, in concomitanza con la commercializzazione dei primi video giochi. Siamo nel 1976, ed un gioco dal nome “Death Race” fece nascere la prima controversia sulla violenza nei video game. I grandi colossi come Atari, Sega, Nintendo e Microsoft nel corso degli anni fecero quasi a gara per aggiudicarsi una fetta di mercato ormai in incontrollata espansione. Ma ancora vi erano pochi casi di videogiochi violenti e venivano per lo piu’ utilizzati da adulti e non da bambini. Alla fine degli anni 90 e all’ingresso degli anni 2000 internet diventa uno strumento per tutti. La maggioranza degli utenti dispone di una connessione on-line e inizia così a svilupparsi il gioco on-line. Inizia a venir meno la voglia di giocare per il gusto di farlo. I giochi cambiano volto, mentre prima erano giochi di narrazione, di fantasia, che portavano l’utente a ragionare su fatti anche storici per trovare la soluzione ora sono giochi dove l’importante è vincere! On-line non conta piu’ chi hai di fronte! Non lo vedi, devi vincere! E questo le grandi case di videogiochi lo sanno bene! Una volta per superare un livello potevi confrontarti con gli amici e scoprire qualche trucco o suggerimento magari da un giornaletto settimanale. Oggi si trova on-line… Quindi vince chi è più veloce. Inoltre c’e’ da aggiungere che i generi piu’ comuni, come il “fantasy”, o “avventura” sono stati fusi con altri generi come lo “sparatutto” o “l’azione” modificandone il senso. Sono nati i Role Playing Games e gli Arcade Adventure, una fusione di generi che portano l’utente ad uno stato di frenesia nel vincere e vincere. Arrivare per primi. Tutto è studiato da equipe di professionisti: musicisti, registi, disegnatori, fonici, fotografi, psicologi che sanno il fatto loro. Sanno come creare una immersività nel video gioco, facendoti credere di esserne pienamente coinvolto quasi come se fossi al suo interno. Ti fanno credere di poter parlare e interagire realmente con persone vere, facendoti vivere una presenza sociale quasi come la realtà (presenza sociale). Sanno bene che non devono farti vincere sempre ma a volte anche perdere altrimenti sarebbe troppo facile o troppo difficile (equilibrio tra sfida e abilità), devi agire immediatamente altrimenti vieni escluso dal gioco e non vi è cosa piu’ brutta che esserne esclusi (fusione delle azioni con la coscienza). Sanno bene che se fai un’azione buona subito devi trarne un beneficio, non puoi aspettare troppo (controllo retroattivo immediato). Sanno come farti perdere il senso del tempo per non farti mai piu’ staccare dal videogame e farti spendere anche dei soldi per patch aggiuntive (destrutturazione del tempo). Sono studiati per accattivare l’utente finale specie se un giovane ragazzo o ragazza, entrando in un tunnel che vede vincitore soltanto il produttore! Che ne ricava un enorme profitto! La domanda che mi sento di farti è: non sarebbe meglio impedire di diventare schiavi di questo giro di affari di miliardi di dollari e provare a volte a cercare il bello della fantasia nei rapporti umani con i tuoi amici?
Spero di aver risposto alla tua domanda, se hai altre domande non esitare a scrivere alla sezione “Chiedi All’Esperto”
El Dorado 2.0
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DOMANDA 2:
Da: Budda
Oggetto: Videogames
Domanda:
Cosa succede se si gioca ai videogames e si sta seduti su una sedia per 24 ore di fila giocando?
Risposta:
Certamente non è consigliabile perché qualunque attività svolta per 24 ore di seguito provoca una ipereccitazione del sistema nervoso aggravata anche alla mancanza del riposo notturno.
E’ chiaro che poi il giorno dopo non si sarà in grado di affrontare la giornata nel modo migliore, non ci si concentrerà negli studi o nel lavoro, ci sarà nervosismo e irritazione. Ma soprattutto non è normale trascorrere tutte quelle ore su un videogame, chi lo fa dovrebbe chiedersi come mai ha questo bisogno.
Ora se succede un unico episodio sarà come farsi una sbornia colossale, con mal di testa, mal di stomaco per diversi giorni ma poi tutto si normalizza ma se si ripete frequentemente si va incontro a dipendenza proprio come un alcolista, e sarà sempre più difficile tornare indietro senza l’aiuto di esperti nel settore.
La dipendenza nasce nel momento in cui non si riesce più a controllare una attività o l’assunzione di alcool o sostanze e le conseguenze sono gravi perché quella attività e quella sostanza finisce con il sostituire i rapporti con gli altri e tutto ciò che occorre per maturare e per stare bene. Si può arrivare a perdere l sensibilità del corpo oltre che della mente che perde anche la capacità di pensare. Insonnia, assenza di fame e perdita di interesse per qualsiasi altra cosa sono alcune delle conseguenze di una dipendenza dai giochi.
Insomma si rischia grosso. Se conosci qualcuno che ha questa abitudine invitalo a scriverci e a parlarne con noi, potrebbe essergli di aiuto.
Mare Blu
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DOMANDA 3:
Da: Arturo
Oggetto: Videogame
Domanda:
Prima si cercano i videogiochi per ammazzare il tempo, poi ne si diventa dipendente. (non tutti) Perché?
La dipendenza nasce laddove non riceviamo una valida risposta affettiva dai rapporti interumani di cui siamo circondati. Potrebbe accadere cioè che la nostra famiglia (o amici) siano incapaci di instaurare un rapporto soddisfacente con noi e questa incapacità potrebbe derivare da un malessere presente nelle stesse persone da cui siamo circondati, malessere che non gli permette di avere una sufficiente vitalità o sensibilitá per ‘vedere’ o saper rispondere alle nostre richieste, richieste ovviamente non di tipo materiale ma affettivo. Si viene così a creare un vuoto in noi che tentiamo di colmare rifugiandoci in una realtà parallela, quella del gioco, per non sentire l’assenza di un rapporto sano, fino a divenire una dipendenza laddove l’assenza di un rapporto valido perduri nel tempo.
Heléne
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DOMANDA 4:
Da: jade
Oggetto: Telefoni e concentrazione
Domanda:
Secondo uno studio ogni secondo che passiamo al telefono, la nostra capacità di concentrarci si riduce, tra quanto tempo non riusciremo più a concentrarci?
Risposta:
Immagino che tu ti stia riferendo all’uso dei social.
La lettura su google e su altri social netwok è molto diversa da quella che svolgiamo su un testo cartaceo.
Su internet la nostra concentrazione è continuamente disturbata dalla pubblicità e dai collegamenti ai più disparati argomenti magari diversi da quello che in un certo momento stiamo leggendo e questo non ci consente di seguire correttamente l’argomento né di approfondirlo, soprattutto se non lo conosciamo.
E questa continua interruzione e salti da un link all’altro ci disabitua non solo a mantenere la concentrazione a lungo ma non ci consente nemmeno di memorizzare i contenuti perché la memoria richiede sintesi, elaborazione di ciò che si legge e quindi calma e tempo così come quando leggiamo un libro. Infatti in questo caso possiamo fermarci ogni volta che vogliamo per riflettere sui contenuti e senza il rischio di essere distratti così come avviene su internet.
Le neuroscienze ci dicono che il nostro cervello è molto plastico nella sua struttura e nella sua funzione, cioè ha l’enorme possibilità di svilupparsi ma anche di ridurre le capacità, dipende da quello che facciamo, per quanto tempo e come lo facciamo.
Praticamente intendo dire che se passi pochissimo tempo su internet e leggi parecchio sui libri, non corri nessun rischio di perdere la capacità di concentrazione, ma anzi ti arricchisci e sviluppi un pensiero critico con un minore rischio di essere condizionato da quello che gli altri vogliono che tu pensi.
Infatti in una famosa trasmissione televisiva che si chiama “presa diretta” che si intitola “iperconnessi”, parlano proprio di questo, le multinazionali che gestiscono i social, hanno sviluppato un metodo scientifico per indurre le persone nella dipendenza da internet. Questo perché quanto più tempo noi siamo connessi tanto più loro ci guadagnano. Ti consiglio di vedertela ed eventualmente con qualche amico e magari poi ci racconti le tue impressioni per noi davvero preziose.
Mare Blu
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DOMANDA 5:
Da: Maniaco
Oggetto: La mania
Domanda:
Come si fa ad fermare la mania dei giochi
Risposte:
Cercando di instaurare dei rapporti umani con persone affettive e realmente interessate a noi. Potrebbe accadere che in effetti non ne siamo circondati. A volte non per causa nostra (ad esempio nel caso in cui ad essere carente affettivamente sia propria famiglia). Altre volte potrebbe accadere che inconsciamente anche i ‘rapporti umani scelti’ da noi siano deludenti ugualmente. E allora bisognerebbe capire il perché attraverso un percorso psicoterapeutico che ci permetta di aprire gli occhi sulle cause e ci dia gli strumenti per cambiare la modalità di fare i rapporti e di sceglierli. Ciò risulta essere importante soprattutto quando si é venuta a costituire nel tempo una dipendenza da gioco che altro non é se non un meccanismo di difesa e di fuga dalla mancanza di rapporti sani.
Heléne
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Ciao Maniaco!
Interessante la tua domanda…
Penso che prima di tutto si debba capire il perché giocare ai video giochi sia diventata una mania.
Quando sentiamo che ci manca qualcosa nel nostro profondo, ci sentiamo insoddisfatti o non compresi, può accadere di rifugiarsi in azioni o abitudini che possono diventare delle vere e proprie dipendenze, o manie come dici tu.
È una fuga dalla realtà, da quella sensazione dolorosa di malessere, che stando per ore davanti ad uno schermo, per un po’ ci sembra di alleviare, che non ci sia più.. Ma è una pia illusione.. La realtà torna appena spenta la consolle o il pc, quindi dovremmo colmare quel vuoto con altre cose, con qualcosa che non ci porti ad un ulteriore isolamento e sensazione di solitudine come il passare tante ore davanti ad uno schermo, ma trovare e riscoprire il piacere di giocare con i nostri amici. Oppure provare a conoscerne dei nuovi, per scoprire interessi, ambienti e confrontarsi direttamente con gli altri, mettendo in ballo il cuore e il corpo, cosa che con i videogames è completamente reso artefatto, falso perché virtuale.
Insomma per rallentare la mania dei giochi on line o videogiochi, si deve riportare il rapporto al contatto umano, al fare insieme, e alla condivisione degli hobby. Vivere le cose in modo reale, arricchisce, fortifica e da la possibilità di conoscenza e di realizzazione della propria identità!!!
Un abbraccio, a presto
Emozione2
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Se quello che si considera un gioco è diventata una MANIA, forse si è già nell’ ambito di una dipendenza, cioè di qualcosa di cui non si può fare a meno sennò si sta male.
Allora fermare una “ MANIA” equivale ad uscire da una dipendenza, ossia fare in modo che un gioco non diventi un pensiero dominante.
Si potrebbero attivare altre risorse come stare più insieme ai compagni, semmai condividere le esperienze di una giornata vissuta, oppure praticare uno sport di gruppo,.
Voglio dire si, potrebbero fare cose insieme ad altri che ci impediscono di sentirci soli. Perchè è forse il senso di solitudine che si prova a spingere i ragazzi ad estraniarsi nel mondo virtuale dei giochi.
Tosca
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DOMANDA 6:
Da: Kim
Oggetto:
Domanda:
come si capisce di avere una dipendenza dal computer/telefono?
Risposte:
Ciao, Kim
Sei stato bravo a porre questa domanda.
È fondamentale sempre avere una percezione di sé, la consapevolezza di ciò che si sceglie di fare, e anche una percezione di sé con gli altri.
Avere un senso, un impegno o una persona con la quale se impieghi il tuo tempo poi stai bene, ti senti pieno e vitale.
Con i videogames, facci caso, ti sembra un po’ di allontanarti dalla vita, da quei rapporti (la famiglia, gli amici, una ragazza che ti piace) che possono deluderti, possono farti incavolare però devono essere sempre affrontati con coraggio, senza pretendere tutto e subito.
Se impieghi bene il tempo libero, in maniera creativa tenendo sempre bene in mente le domande che per te è importante risolvere per stare bene, troverai le risposte e la forza di insistere, di capire, di relazionarti al meglio alla dimensione dell’altro.
Quando il videogioco non è più un semplice motivo di svago, un motivo anche per giocare con un tuo amico, ma cominci ad immergerti nel videogioco come alternativa alle persone e agli impegni che ti fanno stare bene, allora finisci per rinunciare al confronto, alla ricerca.
Alcune preoccupazioni diventano un idea insuperabile…. e allora pensi che è meglio fare un altra partita a videogioco e poi un’altra ancora.
E lì capisci che sei diventato dipendente.
Ma non bisogna diventarci per forza…. la vita è tua
La tua natura è renderla un’opera d’arte.
C’è poco tempo per i videogiochi.
Spero di essere stato abbastanza chiaro, facci sapere”
Verdeacqua
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La dipendenza dal computer/telefono si può verificare provando a capire quanto tempo della giornata o della settimana si riesce a stare bene anche senza.
In questi giorni una scuola di Pavia ha fatto un esperimento con i propri alunni: 5 giorni senza social!
Qualcuno ce l’ha fatta ed ha commentato: «Ho scoperto quanto tempo i social rubano allo studio, o anche solo alle nostre passioni. Senza il cellulare, a studiare, ho impiegato la metà. Ho aiutato i miei genitori e visto persone con cui prima chattavo».
Ecco si può dire che questi ragazzi non hanno una dipendenza!
Tosca
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La dipendenza nasce quando spendiamo molto tempo nell’usare tali strumenti al punto tale da non dedicare tempo alle nostre priorità, che possono essere lo studio, il lavoro, impegni che possono mettere a repentaglio la realizzazione della nostra identità, professionale ed affettiva. La dipendenza si determina poiché costituisce una fuga da rapporti interumani non soddisfacenti sul piano affettivo. Si potrebbe fare una verifica su noi stessi. Fate caso se aumentate l’uso di questi strumenti allorquando andiate incontro ad una delusione. Non necessariamente deve essere un evento eclatante che vi getta in uno stato d’animo di profondo malessere. Potrebbe essere anche una apparentemente banale non-risposta, a cui magari siamo anche abituati, ad una vostra richiesta di rapporto. Oppure una risposta carente, nel senso di non-affettiva, fredda o non realmente interessata a noi.
Heléne
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